Ebbene, lo slittamento nel luglio 2013 era stato dichiarato illegittimo dalla Commissione Europea, perché il nuovo sistema di rateizzazione avrebbe dato origine a un «aiuto di Stato nuovo, illegale e incompatibile con il mercato interno». Dopo ricorsi, controricorsi e appelli, tra Commissione e Stato Italiano, l'ultimo dei quali nel 2015 dava parziale ragione all'Italia, ora la Corte di giustizia ha accolto definitivamente la versione della Commissione, confermando la decisione di recuperare gli interessi.
Ma qui nasce il problema, visto che «l’aiuto nuovo – si legge nella sentenza – non è solo la modifica apportata dallo Stato membro a un regime di aiuti esistente, in violazione delle condizioni di autorizzazione di quest’ultimo, ma anche l’integralità del regime di aiuti quale modificato». Qual è il rischio? « È che si debbano pagare gli interessi a partire dal periodo di partenza della rateizzazione, vale a dire dal 2003 – spiega Daniele Sfulcini, direttore di Confagricoltura – ancora non si sa con che tasso di interesse però: potrebbe essere del 5 o addirittura del 10% sugli importi versati».
Se si dovessero pagare gli interessi dal 2003, sarebbe una stangata per il settore dell’allevamento di bovini da latte. Nel momento in cui era stata varata la proroga di sei mesi a fine 2010 «Confagricoltura si era detta contraria alla decisione – osserva Sfulcini – perché non si conoscevano le possibili conseguenze giuridiche di tale manovra. Quanto deciso dalla Corte di giustizia europea non fa che confermare il nostro scetticismo in merito».
Più soft la posizione del presidente Coldiretti Paolo Carra: «Difficile capire e commentare prima di aver letto a fondo la sentenza. Non vedo il rischio di una retroattività così ampia da arrivare fino a rateizzare nuovamente gli interessi. Si tratta di una decisione più di forma che di sostanza. Al limite potrebbe esserci una sanzione nei confronti dello Stato Italiano». Sulla stessa linea Luigi Panarelli, presidente di Cia Est Lombardia: «Già allora ritenevo ingiusto il pagamento degli interessi finora versati, perché gli allevatori avevano obbedito a una legge dello Stato. Se lo Stato ha sbagliato, che sia lui a pagare».
Fonte: Gazzetta di Mantova