News - LA RETE IRRIGUA IN PIEMONTE

Fissore - Macchine agricole e sgomberaneve a Cavallermaggiore
Il sistema di irrigazione della campagna piemontese ha origini antiche: la sua posizione ai piedi delle Alpi Occidentali rendono la regione particolarmente ricca di acque e già dall’antichità l’uomo ha creato una rete irrigua capillare su tutto il territorio.
Un censimento realizzato dalla Regione ha permesso di cartografare circa 10.000km di canali solo pertinenti alla rete principale, è difficile stimare l’estensione della rete secondaria, a cui si aggiungono i 2.000 km di condotte per l’irrigazione con acqua in pressione usata in pianura ma anche in collina e montagna. Tra i canali ricordiamo il Canale Cavour, il Conte Camillo Benso di Cavour può essere considerato il promotore di questa grande opera pubblica realizzata tra il 1863 e il 1866 dall’ingegnere Carlo Noè. Fiore all’occhiello dell’ingegneria idraulica italiana, attraversa ed alimenta il comparto risicolo delle province di Vercelli e Novara: inizia il suo percorso attingendo l’acqua del Po a Chivasso e termina buttandosi nel Ticino a Galliate per una lunghezza di circa 83km. Si tratta di un'opera che desta meraviglia sia per la rapidità di costruzione, sia per la perfezione costruttiva ottenuta impiegando solo mattoni e pietre. Oggi, nonostante l'evoluzione tecnologica, un'opera simile richiederebbe certamente tempi più lunghi: basti pensare che per gli attraversamenti di strade e corsi d'acqua furono costruiti ben 101 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. La maggior parte della rete irrigua piemontese è ancora oggi costituita da canali tradizionali in terra, la Bialera o bealera, parte di un paesaggio agricolo tipico delle pianure piemontesi che rischia di scomparire in ottica di riduzione di perdite e di risparmio dell’acqua. Tradizionalmente la tecnica di irrigazione dei campi è quella detta di “scorrimento”: anche dove i canali in terra sono stati sostituiti dalle condotte, le acque vengono convogliate in tubazioni nella fase di “trasporto” per poi essere distribuite in modo tradizionale.
Attualmente, l'irrigazione in Piemonte viene gestita principalmente dai Consorzi Irrigui, enti che si fanno carico a livello collettivo sia della gestione delle opere (manutenzione, nuove realizzazioni ecc.) sia delle acque (definizione dei turni di adacquamento, delle portate concesse agli utenti, ecc.). Con l'entrata in vigore della legge Regionale 21/99 i consorzi irrigui sono stati riorganizzati e accorpati, si è quindi passati dagli oltre 600 organismi irrigui operanti alla fine degli anni novanta agli attuali 36.
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